Era da una vita che desideravo vedere San Francisco, la città che prima di conoscere New York, pensavo fosse la “mia città”, il posto per eccellenza dei figli dei fiori, della cultura hippie, di Lombard Street, del Golden Gate, di Dharma e Greg e dei furgoncini Volkswagen colorati…
Vai a capire perché quella mattina avessi tutta quella sicurezza che il mio volo aereo New York-San Francisco in partenza da La Guardia non potesse subire variazioni di orario da non controllare scrupolosamente i tabelloni, e che quindi, se tre mesi prima avevo acquistato il biglietto per il volo delle 11.30, così doveva essere. Punto.
Invece il volo era stato anticipato di due ore, e così mi ritrovavo all’imbarco a discutere con un’assistente, cercando di essere infilata in un altro!
“Eh, signorina, i voli per San Francisco sono pieni, la mettiamo in lista; se vedrà lampeggiare il suo nome sul tabellone dell’imbarco (by the way sul volo, che partirà tra 8 ore!), significa che potrà salire….”; tutto questo mentre vedevo la mia valigia caricata sul nastro trasportatore, chiedendomi se l’avrei mai più rivista…