“Cara J.B.,
ormai è da più di un mese che ci stiamo frequentando – o meglio “rifrequentando”- esattamente da quando, il 9 marzo, sono iniziati per me smart working e quarantena.
Volendo scegliere una serie per accompagnare qualche ora di questo momento così strano e surreale, ho scelto te e le avventure di un’astuta e deliziosa signora dell’East Coast americana, conosciuta da tutti come “La Signora in giallo”.
Si beh, ammetto che alcuni amici (forse un po’ spauriti alla notizia) mi abbiano catalogata come un’anziana lady, immaginandomi già con gli occhiali sul naso a fare copertine di uncinetto per tutto il vicinato come prossima mossa; ecco, diciamo che preferisco sposare la visione di chi, elegantemente, ha definito la mia quarantena, semplicemente “vintage”.
In realtà, cara Jessica, essendo un’amante di Agatha Christie, (sapendo che è assolutamente impensabile paragonare i suoi libri alle puntate del tuo “Murder, she wrote”), mi sono affezionata a te da quando, anni fa, tornavo da scuola e, alle 13.30 puntuali, proponevano le infinte repliche di una serie nata un pò per caso e diventata poi un successo mondiale (di altri tempi certo, però pur sempre un successo!).
Rivedo in te un’affabile Miss Marple, magari più distinta e raffinata, ma ugualmente scaltra, e adorabile, ed è stato un po’ come ritornare indietro nel tempo; eccomi così a cliccare sulla “Stagione 1”, seguita dalla “2”, poi dalla “3” … insomma, sono quasi arrivata all’Ottava, e se questa quarantena non finirà presto … temo raggiungerò la Dodicesima … e chissà se nell’ultima puntata l’assassina sarai proprio tu!
Mi hai fatto compagnia con l’App di Amazon Prime nelle lunghe file per entrare all’Esselunga a fare la spesa, quando nei gelidi sotterranei del supermercato, tu movimentavi un po’ la situazione portando dell’innocua verve omicida tra i carrelli troppo lontani l’uno dall’altro.
Ti stimo perché hai più spasimanti e galanti inviti a cena tu in una stagione che Liz Taylor in dieci anni di vita mondana (il confronto vintage è d’obbligo!). Spasimanti a cui dai sempre garbatamente picche perché nonostante tutto il tuo Frank è sempre presente nella tua mente … e l’unica volta che un uomo ti ha fatto battere nuovamente il cuore, beh … l’hai fatto arrestare e rinchiudere in gattabuia per omicidio!
E quando hai incontrato la Regina Elisabetta (visto che Betty non avrebbe mai permesso si consumasse un delitto a Buckingham Palace), il morto era nella tua cucina, a migliaia di chilometri di distanza, nella tua casetta bianca a Cabot Cove.
Già, Cabot Cove, quella che sembrerebbe essere la più monotona e tranquilla cittadina del Maine, si rivela in realtà un ricettacolo di assassini (che a fine serie risulteranno sicuramente più numerosi degli abitanti irreprensibili!), una borgata capace di trasformare come se nulla fosse, semplici postini, librai, parrucchiere e noiosi ragionieri in spietati killer!
Set, Amos, i tuoi mille nipoti capeggiati da Grady e Victoria, che nonostante ogni volta tu sia andata a trovarli ci scappavano almeno un morto o due, non ti hanno mai tacciata di portare un po’ sfiga, nemmeno al matrimonio del tuo prediletto; loro hanno sempre e solo visto in te, l’adorata “Zia Jessica”.
Professoressa di letteratura in pensione (quell’insegnante che tutti avremmo voluto avere), diventata poi la famosissima scrittrice di gialli J.B. Fletcher, la cui fama sembrava seconda solo a quella dell’allora presidente Ronald Regan, con la tua messa in piega bigodinata sempre impeccabile, le tue spille vistose e i tailleur ricercati.
Colei che già negli Anni Ottanta aveva sdoganato l’abbinamento rosa-rosso, quando le capigliature erano spaventosamente gonfie facendoti apparire più vecchia di vent’anni e quando, su maglioni e giacche, la parola “sciancrato” era ancora un concetto sconosciuto.
Ma tu con la tua bicicletta, il tuo jogging mattutino e il tuo coraggio (e diciamolo, con una buona dose di incoscienza e un pizzico di fortuna – per non dire vere bottarelle di culo!) riesci sempre a scoprire l’assassino.
Grazie di cuore J.B. per la compagnia “digitale” in questa quarantena (sì sì, la compagnia manteniamola a questo livello, tu resta pure a Cabot Cove che qui abbiamo già i nostri problemi!) e buona Pasquetta anche a te!
Ale”
2 comments
Bellissimo!!!
Grazieeee