Nel film “Signori di nasce”, Totò recitava: “Perbacco se mi piaci! Sei affascinante, sei conturbante, e, oserei dire, se mi è permesso, adiacente!”. La frase qui veniva proferita dal barone Ottone Spinelli degli Ulivi, detto Zazà, a una bella e spregiudicata Delia Scala; ma questa frase la si può tranquillamente dedicare anche alla città del principe De Curtis.
Spesso si gira il mondo, lasciando un po’ in disparte i posti più vicini: ma se hai la fortuna di scoprire Napoli in compagnia di un napoletano e gentiluomo doc, ti sentirai ancora più stregata da questa città.
Dove portare una milanese per la prima volta nella città partenopea se non nei vivaci Quartieri Spagnoli, dove perdersi per le viuzze tra panni stesi qua e là, bandierine colorate, porticine aperte da cui spiare famigliole davanti alla tivù e piccoli altarini che sbucano dai muri, per poi andare a pranzare dalla mitica Nennella?
Turistico? Forse un po’, ma chi se ne frega, qui i ragazzi che servono, ti regalano allegria con i loro canti, il loro vociare e i loro scherzi; ogni tanto parte anche “la tombolata” e se fai cinquina ti aggiudichi mezzo pranzo gratis!
Nennella qui è una vera istituzione e c’è sempre da aspettare un po’; per ingannare l’attesa, decidi così di concederti un aperitivo in un chioschetto lì vicino, dove ok, bevi il peggior spritz della tua vita (perché in realtà spritz non è!), ma ti aggiudichi un simpatico cornetto, a cui, a dispetto delle tue resistenze da buona milanese diffidente, finirai irrimediabilmente per affezionartici!
Il sole rende ancora più piacevole passeggiare; è d’obbligo però una capatina alla stazione della metropolitana Toledo, vera e propria perla architettonica che esprime la sua originalità in un’esplosione di colori che vanno dal blu al verde!
Ma ci sono ancora tante meraviglie che ti attendono in questo viaggio: una la scopri la mattina seguente, quando da una terrazza (beh più che una terrazza un vero e proprio roof) sulla collina di Castellammare, ti trovi davanti un panorama mozzafiato dove, al contempo nobile e fiero, si impone lui: sua maestà O’Vesuvio. Ho sempre subito il fascino misterioso dei vulcani, e già dalla prima volta durante una gita a Pompei, fu amore a prima vista.
Guardarlo così, seducente, che domina il golfo di Castellammare è un vero piacere per gli occhi e per lo spirito… e a proposito di sensi, un buon motivo per abbandonare quella splendida cartolina viene offerto da quella che di lì a poco si sarebbe rivelata un’esperienza culinaria semplice ma sublime: la Graffa (e la scrivo volutamente con la lettera maiuscola perché a mio avviso meriterebbe una vera e propria ode!).
Non è solo una ciambella fritta a forma di una U chiusa, è la regina delle ciambelle, ricoperta di zucchero, calda e rigorosamente preparata al momento: il posto migliore dove assaggiarla è da Il Re della Graffa a Castellammare, un minuscolo forno da dove esce un profumo che sa il fatto suo, davanti alla storica Cassa Armonica stabiese, dove si sono esibiti musicisti e orchestrali di fama mondiale.
Dopo aver soddisfatto vista e palato, si riparte in direzione Napoli, dove tra corni, cornini e cornetti ti addentri nella caratteristica Spaccanapoli: se si osserva la città dall’altro, si può vedere come questa via segni una linea netta, come a voler dividere la città in due. Forse il cuore pulsante di Napoli, si riempie di negozietti e ambulanti che vendono allegre tipicità: cornetti (neanche a dirlo!), calamite con citazioni di Totò, carta igienica con le foto di qualunque personaggio tu possa cercare, liquori artigianali ai sapori di rucola, pummarola e addirittura al fungo, la taralleria dove assaggi dei gustosissimi taralli jamaicani alla canapa e mandorle; ogni angolo è caratteristico e pronto per essere fotografato!
Da Spaccanapoli ti infili in San Gregorio Armeno, la famosissima via dei presepi, dove in qualsiasi momento dell’anno, trovi statuette pronte a regalare un tocco di brio al tuo presepe: si può scegliere tra i classici Pino Daniele e Renato Zero (o era Severius Piton?), la sempre verde regina Betty II con la sua nuova nuora Meghan, e da un paio d’anni puoi scegliere anche un eccentrico Malgioglio (che poi, Malglioglio è eccentrico per definizione!) e un “cor ngrat” Higuain.
Una sola graffa potrebbe tranquillamente saziarti fino alla sera (e oserei dire quasi fino al mattino seguente), ma se trovi il coraggio di mangiare ancora (e qui il coraggio lo si trova eccome), assecondando il detto napoletano “quanno uno s’à da mbriacare è meglio che se mbriacasse de vino buono” si può proseguire il tour culinario con una genovese da Terramia a Vico o con la pasta patate e provola più buona del mondo da Tufò, da cui, attraversata la strada compiaci anche gli occhi, affacciandoti quasi sulla scogliera e facendo l’occhiolino a ‘O Muntagna bella.
Al ritorno dai vari weekend napoletani porti con te la magia di Castel Sant’Elmo, l’atmosfera passionale della vista sulla città, dove spicca illuminata Spaccanapoli e quel romanticismo un po’ retrò delle segrete del Castello, l’aria colorata e verace dei Quartieri Spagnoli, le affascinanti ellissi di palazzo Mannajuolo, gli aperitivi sul lungomare e la spiaggia di Chiaia, dove sei riuscita a sfoggiare la tua andatura più “aggraziata” zigzagando come leone marino tra gli scogli, e un’infinità di altre meraviglie che si svelano soltanto man mano che si vive la città.
A distanza di sette mesi dalla prima visita nella città partenopea, il gentiluomo napoletano non c’è più: le storie finiscono, fortunatamente i bei ricordi non si annebbiano, e Napoli è sempre lì, pronta ad accoglierti ogni qualvolta tu abbia voglia di scorrazzare come una turista un po’ sbadata nei Quartieri Spagnoli, ogni volta abbia voglia di farti rapire dall’altero fascino del Vesuvio, ma soprattutto ogni volta che decida di farti deliziare da lei, la nobildonna e signora di tutte le ciambelle: la mia adorata Graffa.
2 comments
Quadro dipinto in maniera eccelsa da una penna sapiente e con un occhio attento ai dettagli. Bel diario di viaggio.
Grazie mille davvero! 🙂