Spulciando qua e là per avere qualche idea di lettura durante il mio viaggio a Istanbul, sono incappata nei romanzi di Esmahan Aykol (il più famoso è il best seller Hotel Bosforo), dove la protagonista Kati Hirschel, mentre gioca a fare la detective, racconta con i suoi occhi vizi e virtù di questa città e dei suoi abitanti.
Ed essendo la metropoli turca legata indissolubilmente ad un’altra scrittrice di gialli, anzi alla regina del giallo (nonché una delle mie scrittrici preferite), ho pensato che sarebbe stato curioso visitarla prendendo spunto dalle avventure dei loro personaggi.
Tra le zone preferite dell’avventurosa libraia stambuliota di origini tedesche creata dalla Aykol c’è proprio Sultanahmet, probabilmente il quartiere più famoso di Istanbul: qui, dove gli hotel costano un po’ meno, si assapora tutta la magia della Istanbul passata e dell’affascinante storia che invade ogni angolo di questa città.
Vietato non visitare la Cisterna Basilica, che oltre ad essere un capolavoro dell’architettura romana e scenario delle fasi finali dell’Inferno di Dan Brown, potrebbe rivelarsi un ottimo “nascondiglio” per le giornate particolarmente calde e afose.
Concedersi poi una passeggiata notturna ammirando l’imponenza della Moschea Blu e di Ayasofia illuminate, quando la maggior parte dei turisti si è ormai trasferita nella parte nuova, conquistata dai localini più trendy, è uno degli spettacoli più suggestivi che possa offrire Istanbul; quando, osservando dei ragazzini che giocano a calcio, riesci a scorgere tutto il fascino di una città che sa magistralmente mescolare le caratteristiche di una grande metropoli, senza dimenticare le tradizioni, capace di arricchirsi come poche dalla vita di quartiere e dalle semplicità quotidiane.
Tornando allo stile scorrevole e a tratti ironico dell’improvvisata detective, ci perdiamo poi tra i vecchi quartieri europei, dove è d’obbligo pranzare in una delle tipiche kebabberie, fare uno spuntino con un simit, (la ciambella al sesamo), ma soprattutto dedicarsi almeno un po’ allo shopping! Senza voler svelare troppo, lo shopping a Istanbul sa regalare grandi soddisfazioni: bazar e mercatini sono pieni di qualunque cosa, e contrattare fa parte del gioco.
Dopo essersi persi per i vicoletti, pieni di sacchetti e pacchettini, ci si può concedere una breve crociera sul Bosforo, immancabile protagonista di tutti i romanzi della frizzante divoratrice di libri gialli.A cavallo dei due continenti, dove Europa e Asia si incontrano, con il vento che ti scombussola qualsiasi tipo di messa in piega ti sia fatta, puoi osservare la città dall’acqua e goderti un momento di relax mentre viene servito il tè, elemento e momento fondamentale della vita stambuliota.
Al gelsomino, allo zenzero, anticolesterolo, ottomano, al melograno, alla rosa e addirittura al bunga bunga con proprietà super “energizzanti: è un’usanza tanto tipica quanto piacevole; e dalla crociera sul Bosforo, all’imperdibile e colorato mercato delle spezie non puoi esimerti dall’assaggiarlo, mentre chiacchieri comodamente sulle poltroncine adibite ad hoc in quasi tutti i negozietti. Per quanto piccoli possano essere, spunteranno sempre un paio di sedioline e un tavolino, e grazie alla loro ospitalità, alla fine ti sentirai un vecchio amico del proprietario!
L’assaggio del tè è completamente gratuito (e le chiacchierate deliziose), ma è praticamente impossibile uscire a mani vuote…E così, con qualche sacchetto in più, attraversando ancora le acque blu del Bosforo (questa volta magari sul ponte Galata al tramonto), si approda nel moderno quartiere di Beyoglu, dove, con gli occhi un po’ lucidi per l’emozione, mi imbatto in una delle tappe più agogniate del mio viaggio: il Pera Palace.
Questo hotel, eletto ormai a edificio storico, fu costruito nel 1892 dallo stesso imprenditore che realizzò l’Orient Express, per fare in modo che i passeggeri di questo elegante e fascinoso treno potessero trovare una sistemazione adatta al loro status.
Sbirciando il libro degli ospiti si snocciolano personalità come Greta Garbo, Ernest Hemingway, Alfred Hitchcock e Mata Hari (la si può immaginare intenta a origliare tra le sue vetrate qualche intima conversazione).
Continuando a scorrere però, ci si imbatte in un’ospite davvero speciale, che ha regalato a questo hotel tutta l’importanza e popolarità odierna; lei: Mrs. Agatha Christie, che nella camera 411 scrisse uno dei suoi romanzi più celebri: Assassinio sull’Orient Express.
Entrando in questo hotel, ci si tuffa immediatamente in un’atmosfera da romanzo, venendo conquistati dalla raffinata maestosità della sala da tè, un tempo probabilmente adibita a sala da ballo, dove il color porpora fa da padrone.
Si inizia con l’immancabile “cerimonia del the”, dove Sir Iham Gencer, arzillo pianista di 93 anni, nonché grande protagonista della musica jazz turca, intrattiene gli ospiti esibendosi in un repertorio internazionale. Ti ritrovi così ad ascoltare (in realtà, in un raro momento di autostima canora, anche a esibirti in un piccolo duetto con il pianista!) “Il cielo in una stanza” in una cornice suggestiva, assaporando la magia di immaginare come, nei primi lustri del Novecento, in quello stesso salone, la regina del giallo studiasse quali indizi svelare sapientemente al suo piccolo ma perspicace investigatore belga dai baffetti arricciati Hercule Poirot.
Dopo la cerimonia del the si passa nell’adiacente e delizioso Orient Bar; assaggiando i suoi deliziosi cocktail e stuzzichini (e obbligando una delle tue migliori amiche a immortalarti in un servizio fotografico!) ti immagini Agatha (concedetemi la confidenza), seduta su una di quelle stesse poltrone di velluto, sorseggiare uno sherry, mente definisce i tratti salienti da attribuire ai propri personaggi, per poi salire nella sua camera, e davanti alla sua adorata macchina da scrivere, dar loro vita.
La sensazione di trovarsi in un’atmosfera un po’ romanzata, ti accompagna fino all’uscita, quando il portiere ti saluta con un sorriso cortese e quella sua eleganza un po’ retrò che ti ricordano di aver appena sorseggiato un tè (e bevuto un paio di mojito) dove, quasi cento anni prima, nasceva quello che sarebbe poi diventato uno dei capolavori del genere giallo, con un eccellente finale a sorpresa, difficile da prevedere anche per i fan più agguerriti e preparati della Christie.
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